La legge del 30 settembre 2016 sull’energia: costosa, antimercato, improntata all’economia pianificata e antisociale

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Gastbeitrag von Prof. Dr. Arturo Romer*, fisico teorico, Minusio

Non sto scrivendo a nome di un partito o di un’ideologia. Se difendo questa causa, il futuro sostenibile del nostro Paese, del nostro popolo, è come uomo di scienza e come svizzero. Nel corso di molti decenni ho imparato e insegnato molto in materia di energia (senza escludere nessuna tecnologia energetica): sul piano tecnico, ecologico, economico ed etico. Ecco perché mi permetto di rivolgermi alle lettrici e ai lettori con alcune considerazioni e domande critiche sulla legge del 30 settembre 2016 sull’energia. Il mio atteggiamento vuole essere assolutamente positivo e costruttivo.

Alle pagine 1 e 4, il Tagesanzeiger del 13 gennaio 2017 ha menzionato nuovamente i 40 CHF dell’UFE e i 3200 CHF del comitato referendario. Si fa credere al lettore che il referendum si riferisce unicamente al primo pacchetto di misure. Rileggete attentamente il formulario del referendum! Non parla mai di un primo pacchetto di misure. Il titolo è: “Referendum contro la legge sull’energia”. E il formulario ripete a più riprese l’espressione “legge sull’energia”. I mass media spingono tuttavia l’uomo della strada a credere che il referendum riguarda unicamente l’energia elettrica o l’energia nucleare. E lo ribadiscono ripetutamente. Oggi l’energia elettrica rappresenta solo il 25% dell’energia finale totale del nostro Paese (l’energia nucleare, che rientra nell’energia elettrica, rappresenta il 9-10% dell’energia finale totale). Sulla riduzione del restante 75% dell’energia finale totale (combustibili petroliferi, carburanti petroliferi, gas naturale, resto), i mass media tacciono. Dove sono andate a finire l’etica, la completezza e l’oggettività dell’informazione?

La legge sull’energia e il referendum:

  1. Il 30 settembre 2016, l’Assemblea federale ha adottato la legge sull’energia (detta spesso anche “Strategia energetica 2050”). Si tratta quindi di una legge e non di una “carta del menù”.
  2. Le legge del 30 settembre 2016 sottostà al referendum facoltativo.
  3. Il referendum è stato lanciato ed è riuscito.
  4. La scadenza del termine di referendum era il 19 gennaio 2017.
  5. Entrata in vigore: il Consiglio federale determina l’entrata in vigore.
  6. Dal profilo energetico ed ecologico, la Svizzera è ai massimi livelli su scala mondiale.

Fatti essenziali:

1. Io ho firmato il referendum. Motivazione: il popolo deve poter scegliere e decidere se addossarsi questo “onere” in modo libero e democratico, basandosi su un’informazione onesta, competente e aperta. Nel nostro Paese, le decisioni democratiche sono rispettate. Anch’io rispetterò questa decisione.

2. Purtroppo, nell’ambito di centinaia di colloqui non ho potuto far altro che constatare che il popolo non ha la minima idea di questa legge del 30 settembre 2016 sull’energia. Finora non vi è quindi stata un’informazione comprensibile. La maggioranza della popolazione crede addirittura che si tratti solo di decidere “per” o “contro” l’energia nucleare.

3. La fisica del clima è di per sé già molto difficile. I risultati del cambiamento climatico dipendono da moltissime variabili. Gli scienziati scoprono ogni giorno aspetti nuovi (quanta CO2 viene assorbita dagli oceani, quanta dall’atmosfera, quale è l’influsso delle nubi, quale è l’influsso del ritiro dei ghiacciai, di quanto si alzerà il livello dei mari, ecc.).Se a questi fatti reali si aggiunge una legge sull’energia poco trasparente, difficile, incompleta, allora la comprensione diventa impossibile. Come fa il cittadino comune a votare?

4. Il referendum offre ai cittadini la possibilità di informarsi, di discutere e di dialogare in modo democratico. Il popolo ha bisogno di una visione d’assieme obiettiva e a lungo termine.

5. Questa legge sull’energia (se fosse approvata dal popolo in questa forma) costerà molti soldi alle famiglie e all’economia, ben di più dei 40 CHF all’anno menzionati dell’UFE. Qual è la verità? Chi vuole scoprirla è invitato a esaminare attentamente l’articolo 3 della legge (formulato in modo infelice). Perché l’articolo 3 è formulato in modo infelice: a) bisognava utilizzare l’espressione energia finale totale, b) al capoverso 1 dell’articolo bisognava escludere espressamente l’energia elettrica. Questa “Strategia energetica 2050” ci costerà circa 500 miliardi di CHF (risanamento degli edifici: 280 miliardi di CHF, rinnovo ed esercizio delle centrali esistenti: 126 miliardi di CHF, costruzione ed esercizio di nuove centrali: 67 miliardi di CHF, trasformazione e ampliamento delle reti elettriche: 18 miliardi di CHF, spegnimento e smaltimento delle centrali nucleari: 22 miliardi di CHF). Occorre considerare l’intero periodo. Sono cifre fornite dal Consiglio federale e dalla Conferenza dei direttori cantonali dell’energia (vedi www.energie-aktuell.ch).

6. La legge del 30 settembre 2016 sull’energia è anche antisociale. Con questa legge sull’energia rischiamo di impoverire i nostri figli e nipoti. La competitività dell’economia subirà un’erosione. Una riduzione della domanda di energia finale totale drastica e dettata principalmente da motivi politici e ideologici provocherà sicuramente un abbassamento del tenore di vita.

7. Con la presente legge sull’energia rischiamo di passare dall’economia di mercato all’economia pianificata. Purtroppo, la nostra economia energetica attuale è diventata un campo di battaglia ideologico. La storia del Ventesimo secolo ha molto da insegnarci in materia di economia pianificata.

8. La legge del 30 settembre 2016 sull’energia non dà il giusto peso alle risorse e alle materie prime. Anche le energie rinnovabili richiedono grandi quantità di risorse e materie prime. Gli ecobilanci elaborati dall’Istituto Paul Scherrer (PSI) (cfr. Energiespiegel PSI, www.psi.ch) conservano tutta la loro validità e sono molto eloquenti. Si tratta di studi scientifici eccellenti e molto seri.

9. L’impiego mirato di gas naturale non è parte del problema, bensì della soluzione. La legge sull’energia non presta la debita attenzione al gas naturale.

10. Questa legge del 30 settembre 2016 sull’energia ignora i vari problemi riguardanti la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico (energia di riserva, energia di regolazione, autoapprovvigionamento, ecc.).

11. Oggi, nel nostro Paese paghiamo ben 84 CHF/t CO2! E potrebbero diventare 120 CHF/t CO2. Cosa fanno i nostri vicini? La Germania, ad esempio, esporta elettricità ricavata dal carbone per 2-3 ct./kWh. Qual è la quota dell’imposta sul CO2? Non è possibile definire una politica energetica intelligente senza tener conto del contesto internazionale. Un esempio: il 7 ottobre 2016, il prezzo del certificato CO2 secondo le leggi della domanda e dell’offerta era di 5,62 euro/t CO2. Attendiamo da lungo una nuova legge sul CO2. Il Consiglio federale dovrebbe presentarla alle Camere entro fine 2017. Non si può accettare la legge del 30 settembre 2016 sull’energia senza conoscere prima la nuova legge sul CO2. L’accordo di Parigi sul clima sarà ratificato? La portata delle misure di riduzione del CO2 da attuare in Svizzera e all’estero non è ancora stabilita! Quanta confusione!

12. Divieti di una tecnica a tempo indeterminato sono inconciliabili con uno Stato liberale. Il progresso scientifico e tecnico è molto rapido e può immettere sul mercato soluzioni ottimali impreviste. È ovvio che la sicurezza ha sempre la massima priorità. La legge disciplina rigorosamente l’eventuale chiusura immediata degli impianti pericolosi. Ma la storia ci insegna anche che la chiave per un approvvigionamento energetico sicuro, competitivo, efficiente e sostenibile è un progresso tecnologico basato sulla ricerca e sullo sviluppo.

13. La firma del referendum non ha nulla a che vedere con le ideologie. È semplicemente l’uso ragionevole e facoltativo dei diritti fondamentali democratici. Diritti fondamentali saldamente ancorati nella nostra Costituzione nell’interesse della democrazia. Abbiamo la fortuna di aver avuto dei predecessori saggi.

14. Chi ha firmato il referendum non dice di no al principio della sostenibilità. Ciò che dobbiamo chiederci è tuttavia: cosa e quanto si può chiedere al popolo e all’economia? Il noto economista Carl Christian von Weizsäcker ha detto: “Una politica che vincola le generazioni future è contraria al principio democratico”.

15. Chi ha firmato il referendum non vuole andare contro le energie rinnovabili. Ma è una questione di misura, di fattibilità, di accettazione, di costi, di risorse e di modalità di finanziamento. È noto che le sovvenzioni distorcono il mercato. E alla fine chi è che paga queste sovvenzioni?

16. Questa legge sull’energia dà troppa poca fiducia all’economia di libero mercato. Un’economia di libero mercato con condizioni quadro chiare garantisce un’economia sostenibile, efficiente e competitiva. Un vero valore aggiunto!

17. Il mercato dell’elettricità deve essere liberalizzato completamente? Vantaggi? Svantaggi? Dare una risposta sulla liberalizzazione totale non è facile! Oggi non voglio né posso farlo. La risposta definitiva dipende essenzialmente dall’accordo sull’energia elettrica con l’UE. Dal 2007 sono in corso dei negoziati tra la Svizzera e l’UE in vista della stipulazione di un accordo bilaterale nel settore elettrico. L’apertura totale del mercato svizzero dell’elettricità è una condizione imprescindibile per la stipulazione di un accordo.

18. Chi ha firmato il referendum cerca in primo luogo un’informazione onesta, aperta, obiettiva, credibile, non ideologica e convincente.

19. Già oggi, in materia di energia, ambiente, sostenibilità e qualità di vita siamo tra le nazioni più forti e progredite del mondo (cfr. p. es. i rapporti dell’IEA, Key World Energy Statistics, Parigi). Esiste inoltre una scala mondiale chiamata “indice dello sviluppo umano (ISU)”. La Svizzera occupa nel 2014 il secondo posto dopo la Norvegia con il valore ISU=0.93. Ciò non significa tuttavia che non possiamo né dobbiamo migliorare costantemente la situazione. Anche qui il punto è “come” e “quanto”. Vogliamo un futuro improntato all’economia di mercato oppure interventista e improntato all’economia pianificata? Perché continuare a tormentarci con rimproveri ecologici ingiustificati? Siamo veramente i grandi inquinatori del pianeta? Assolutamente no!

20. Cosa fanno i nostri vicini? Quali sono le loro strategie? Sono domande fondamentali.

21. Questa Strategia energetica 2050 impiega “oro” laddove è sufficiente l'”alluminio”?

22. La trasformazione radicale di un sistema energetico nazionale è un compito estremamente complesso! Bisogna tenerne conto.

23. Il dott. Eduard Kiener, già direttore dell’Ufficio federale dell’energia, dice pubblicamente e a chiare lettere che questa Strategia Energetica 2050 è insufficiente. Anche secondo lui questa legge ha troppe imperfezioni e troppi difetti.

24. Il 31 gennaio 2017 la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale (Capte-N) ha respinto all’unanimità la tassa di incentivazione. Questo sistema avrebbe incluso la seconda tappa della strategia energetica a partire dal 2021. Viene spontanea la domanda perché i Verdi e il PS abbiano respinto questa tassa di incentivazione. Un accordo? Tra chi? Lo scopo è forse quello di evitare di menzionare gli enormi costi della Strategia energetica 2050? Una cosa è certa: indipendentemente dalla decisione della Capte-N del 31 gennaio 2017, il Popolo svizzero pagherà somme ingenti se il 21 maggio 2017 accetterà la legge del 30 settembre 2016 sull’energia. C’è sempre la possibilità che l’Autorità competente aumenti drasticamente la tassa sul CO2.

25. Nella legge del 30 settembre 2016 sull’energia gli svantaggi prevalgono nettamente sui vantaggi. Inoltre molti punti fondamentali non sono assolutamente chiari o non sono risolti: quanto costerà complessivamente questa strategia energetica 2050, quale sarà la nuova legge sul CO2 che il Consiglio federale dovrebbe presentare alle Camere entro fine 2017, quali saranno gli obiettivi di riduzione del CO2 entro il 2035, quale tipo di finanziamento (sovvenzioni? incentivi? altro?), quando sarà aperto totalmente il mercato elettrico, ecc.

26. E non basta: pare che i Verdi intendano lanciare un’iniziativa che mira a proibire l’uso del petrolio in Svizzera! Sì, avete letto bene!

27. Nel 2014 l’emissione globale di CO2 a livello mondiale è stata di 35.669 Gt (gigatonnellate). Alcuni esempi: la Cina ne ha emesso il 29.55%, gli USA il 14.95%, la UE il 9.57% e la Svizzera lo 0.1%. L’unica soluzione al problema del clima è un sistema mondiale di scambio di quote di emissione. Con tale sistema varrà il detto “chi inquina paga”. E non saranno più necessarie né sovvenzioni, né tasse d’incentivazione. Purtroppo questa soluzione è ancora lontana!

28. Il 2 marzo 2017 il Consiglio nazionale ha ratificato l’accordo sul clima di Parigi. Il Consiglio degli Stati prenderà sicuramente la medesima decisione. E questo basta. Una riduzione delle emissioni di CO2 del 50% rispetto al 1990 è già un’impresa molto costosa. L’obiettivo sarà raggiungibile solamente tramite ulteriori tasse, un aumento massiccio delle imposte ed interventi dirigistici da parte dello Stato. Ma la ratifica è ormai irreversibile. Non ci resta che ingoiare questo “rospo”. Nessun paese del mondo farà tanto a livello politico-climatico quanto ha deciso di fare la Svizzera. Non possiamo sovraccaricarci di imposte. Dobbiamo quindi dire di no alla legge del 30 settembre 2016 sull’energia.

Osservazione finale

Purtroppo, il nostro Paese non ha materie prime. Non può quindi concentrare esageratamente le sue risorse finanziarie unicamente sui due problemi “energia” e “ambiente”. Esistono molti altri problemi, altrettanto importanti: sanità, posti di lavoro, istruzione, formazione, RICERCA, sviluppo, innovazione, cultura, socialità, assicurazioni sociali (AVS, AI ecc.), sicurezza, difesa, giustizia e polizia, politica interna e politica estera, economia, competitività, politica migratoria, trasporti, qualità di vita, solidarietà verso l’interno e verso l’esterno ecc. Il bilancio della Confederazione deve tener conto di tutti questi compiti e doveri, senza addossare ai cittadini e all’economia imposte elevate e insostenibili. Vogliamo mantenere il nostro tenore di vita elevato anche in futuro? Se portati all’estremo, anche i migliori principi guastano tutto. “La democrazia vive del compromesso. Chi non è capace di fare compromessi non serve alla democrazia (Helmut Schmidt)”. Mettiamoci alla ricerca di un compromesso ragionevole, compatibile, sostenibile ed esigibile dal punto di vista democratico! Se stiamo bene è perché lavoriamo seriamente e duramente. Non solo noi, anche le generazioni future hanno diritto alla qualità di vita! Come fanno le cittadine e i cittadini a capire questo pasticcio di legge del 30 settembre 2016 sull’energia? Per questa legge vale il detto “Non tutte le ciambelle riescono col buco”. 

Voterò no il 21 maggio 2017!

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2 thoughts on “La legge del 30 settembre 2016 sull’energia: costosa, antimercato, improntata all’economia pianificata e antisociale”

  1. Ich werde demnächst eine Übersetzung oder eine deutsche Zusammenfassung dieser durchwegs überzeugenden Argumentation von Prof. Romer nachliefern. 🙂

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